Un patrimonio da salvare: perché rigenerare gli edifici italiani è una priorità nazionale
- Elisa Prete
- 17 lug
- Tempo di lettura: 4 min
In Italia, più del 60% degli edifici residenziali è stato costruito prima del 1976, in un’epoca in cui l’efficienza energetica e la sicurezza strutturale erano concetti ancora lontani dalle normative moderne. Il risultato? Oggi ci troviamo a fare i conti con un patrimonio immobiliare vetusto, energivoro e spesso poco sicuro.
I numeri parlano chiaro
Secondo recenti stime, oltre 9,7 milioni di edifici residenziali necessitano di interventi di riqualificazione per adeguarsi agli standard energetici europei. Parliamo di circa l’80% del totale degli immobili italiani.
Il dato è allarmante, soprattutto se pensiamo che:
Il 54% degli edifici è ancora in classe energetica F o G.
Il tasso attuale di riqualificazione profonda è inferiore all’1% annuo.
A questo ritmo, solo una minima parte del patrimonio edilizio sarà realmente efficiente entro il 2030.
Perché è così urgente intervenire?
Ci sono almeno tre motivi fondamentali:
1. Emergenza climatica ed energetica
Gli edifici sono responsabili di oltre il 36% delle emissioni di CO₂ nell’Unione Europea. Migliorare l’efficienza energetica degli immobili significa ridurre i consumi, le bollette e la dipendenza energetica dall’estero.
2. Sicurezza strutturale
Gran parte degli edifici italiani si trova in aree a rischio sismico o è priva di adeguate protezioni contro incendi e degrado strutturale. Riqualificare significa anche mettere in sicurezza le nostre case e i nostri cari.
3. Opportunità economica e sociale
La rigenerazione del patrimonio edilizio può diventare un vero volano di crescita per l’intera filiera delle costruzioni, creando lavoro, innovazione e inclusione sociale, soprattutto per le famiglie in condizioni di povertà energetica.
Cosa manca per far decollare la riqualificazione?
Le associazioni dei consumatori, gli ingegneri, le imprese e i professionisti dell’edilizia lo chiedono a gran voce: serve una strategia chiara, stabile e condivisa. In particolare:
Un Piano Nazionale di Ristrutturazione degli Edifici, coerente con gli obiettivi UE (EPBD4).
Meccanismi di incentivo alternativi, stabili e accessibili anche ai meno abbienti.
Un tavolo tecnico permanente con tutti gli stakeholder per condividere competenze, dati e visione.
Stabilità normativa e trasparenza nelle politiche pubbliche.
La casa è un bene comune
Non possiamo più permetterci di considerare la riqualificazione edilizia come un “lusso per pochi”. È una necessità collettiva, che riguarda la qualità della vita, l’ambiente e la sicurezza di tutti noi.
Il tempo per agire è ora. Entro il 2025, l’Italia dovrà aver definito il suo piano per rispettare gli impegni europei. Non possiamo più perdere tempo tra norme incerte, bonus che cambiano e visioni a breve termine.
Ora facciamo un focus sulle due regioni che seguiamo di più
📍 Campania: efficienza energetica e potenzialità inespresso
In Campania circa il 54% degli edifici residenziali è ancora in classe energetica F o G, tra le più inefficienti, superando leggermente la media nazionale
La regione ha beneficiato del Superbonus 110% con 23.755 edifici coinvolti, pari al 2% del totale regionale (su circa 1.049.459 edifici), con circa 6 miliardi € di investimenti – Campania è nona per numero di edifici e sesta per importi investiti tra le regioni italiane
Sul fronte dell'efficienza energetica, dal 2014 al 2018 sono stati investiti 391 milioni €, con un risparmio annuo stimato di 111,7 GWh, di cui 57,2 GWh da sostituzione di serramenti (58,3% degli interventi)
Il Superbonus ha generato circa 818 milioni € di investimenti in Campania, rendendola quarta regione italiana per importi ammessi; ha inoltre favorito la nascita di 4.907 nuove imprese edilizie (+6,96%), contribuendo significativamente all'economia regionale
Tuttavia, l’11,5% delle famiglie campane vive in condizione di povertà energetica, una sfida particolarmente rilevante considerando il persistere di abitazioni inefficienti e la difficoltà di accesso agli incentivi per le fasce più deboli
📍 Basilicata: tra criticità energetiche e interventi pubblici
Oltre il 54% degli immobili in Basilicata è in classi energetiche F o G, un dato che supera la media nazionale di circa il 51,8%
La regione è stata valutata tra le migliori in Italia per gli APE green (classi A/B): è al quarto posto nazionale con un punteggio di 7,6/10 grazie al 18,6% di edifici efficienti e un consumo medio di energia rinnovabile di circa 25,9 kWh/m² annuo
La Basilicata ha impegnato circa 26 milioni € per 23 progetti di riqualificazione di edilizia residenziale pubblica, con il primo disimpegno di fondi di 5,2 milioni € già destinati alle opere più urgenti (strumento “Sicuro, verde e sociale”)
Per quanto riguarda il Superbonus, la regione ha visto un ritmo inferiore rispetto alla media nazionale: solo 284 interventi finanziati (contro circa 8.741 totali nel Paese), con un importo di circa 74 milioni €. Tuttavia, solo il 9,6% degli interventi edilizi lucani resta da completare, il valore percentuale più basso in Italia, indicando una buona propensione al completamento rispetto alla media nazionale del 15,6%.
Conclusione Rigenerare le case degli italiani non è solo una sfida tecnica. È un atto di responsabilità verso il futuro, il clima, l’economia e le nuove generazioni.È il momento di scegliere la strada della qualità, della sicurezza e della sostenibilità.







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